SALA ESPOSITIVA


TANTISSIME RIPRODUZIONI PER TOCCARE CON MANO LA STORIA DI ROMA


RETIARIVS


Il reziario è un gladiatore apparso nel I secolo. La sua dotazione consisteva in una rete da lancio (la rete), un tridente (detto anche fuscina) ed un pugnale (il pugio). Non aveva lo scudo, né indossava l'elmo. Gli unici indumenti protettivi di cui si serviva erano un paraspalla, il galerus e un parabraccio, la manica, che indossava sul braccio sinistro. Dapprima cercava di gettare la rete addosso al suo avversario. Quando il tentativo veniva respinto, cercava di sopraffarlo con il tridente e quando non ci riusciva, possedeva ancora il pugnale per il combattimento ravvicinato. Il suo avversario principale era il secutor.



IL MIRMILLO


Il Mirmillone è una delle prime figure gladiatorie, già documentata nel I secolo a.C., la sua origine resta tuttavia incerta. L'armamento del mirmillone, dotato di spada corta (il gladius) e di grande scudo rettangolare ricurvo (lo scutum) rassomigliava a quello della legione romana. Come indumento protettivo portava un parabraccio (la lorica manica) ed uno schiniere che riparava fin sotto il ginocchio la parte inferiore della gamba sinistra. Portava un elmo con visiera e cresta diritta che era decorato, in aggiunta, con penne colorate. Combatteva contro il trace.

il termine mirmillone deriva da murena perche questi gladiatori si nascondevano dietro lo scudo e poi trafiggevano i punti deboli degli avversari con il gladio, proprio come la murena si nasconde e poi attacca.



IL CARONTE


 Quando un gladiatore cadeva nell’arena, due inservienti mascherati da Ermete Psicopompo, guida delle anime al regno dei morti, e da Caronte, demone degli inferi, entravano a prenderne il corpo. Dopo aver inferto alla vittima un colpo con la lancia o una martellata sulla fronte per essere certi che fosse morta, la agganciavano con un uncino e la legavano con una corda a un cavallo per trascinarla via attraverso la Porta Libitinensis (dalla dea dei morti Libitina), a sud-est, nello Spoliarium. Qui i cadaveri venivano spogliati delle armi e del costume. Le reliquie dei gladiatori morti erano richiestissime e andavano dalle ossa agli indumenti (efficaci contro il malocchio). Il sangue, poi, era considerato un rimedio contro sterilità e impotenza.


I VENATORES O BESTIARI



LA SICA


La sica (o sica supina) era una spada usata nell'antica Roma, l'arma abituale del gladiatore trace. Dapprima venne rappresentata come una spada curva (come nel mosaico di Zliten e in numerose lampade a olio) con una lama lunga circa 40-45 centimetri; più tardi, dal termine del I secolo d.C., la lama della sica presentava una curvatura ancor più netta, di quasi 45 gradi.

Mentre le prime sicae si presentavano con lama a un solo taglio, quelle successive erano evidentemente a doppio taglio. La forma specifica era progettata per aggirare i lati dello scudo del nemico, pugnalarlo o trapassarlo dalla schiena. Siccome l'avversario abituale del gladiatore trace era il mirmillone dotato del grande scudo (lo scutum), un'arma come la sica era necessaria per rendere il duello più equilibrato ed eccitante.

La sica era l'arma comunemente usata dai Sicani (da cui deriva il termine sica e sicario) e dai Traci, ed è visibile nelle loro mani lungo tutta la Colonna traiana


IL GATTO A NOVE CODE     O   FLAGELLO


Era in uso nell'antichità, tipicamente presso i Romani. Lo strumento era allora costituito da fibbie di cuoio alle cui estremità erano legati artigli metallici, ossa di pecora o palline di piombo, che laceravano in profondità le carni del condannato, tanto che sovente questi non sopravviveva


La manica dell’armatura era formata da piastre articolate o scaglie metalliche o, talvolta, da una stretta fasciatura di stoffa e cuoio: serviva a proteggere il braccio dai colpi dell’avversario e solitamente veniva indossata sul braccio in cui il gladiatore impugnava l’arma d’offesa, più esposta ai colpi, in quanto l’altro braccio era ben protetto dallo scudo. I movimenti del braccio protetto da una manica risultano leggermente limitati rispetto all’utilizzo di un gladio con il braccio libero da protezione.  Ciò sta a significare che nella preparazione di ogni sorta di incontro, bisogna aver cura prima di una buona difesa e di ottime protezioni, per studiare successivamente un attacco efficace.  Quindi, per quanto sia limitato il movimento del braccio, averlo adeguatamente protetto ne fa guadagnare una buona protezione ed attutire la forza dei colpi portati su di esso è fondamentale.


LA RVDIS



IL GLADIO


Il gladio ( in latino: Gladius ) era    l'arma"d'ordinanza" in dotazione ai legionari dell'esercito romano; si trattava di una piccola spada a doppio taglio con la lama larga e molto appuntita

 Nel tardo impero il gladio venne sostituito con la spatha, più lunga, usata anche dai cavalieri.Da qui il termine Gladiatori



LA FALCATA


La falcata fu probabilmente introdotta nella penisola iberica dai Greci, infatti è possibile notare una forte somiglianza tra la machaira greca e la falcata, tuttavia non si sa se il ferro fosse il primo materiale usato o se fosse stato portato dai Celti. Dall'evoluzione diritta della falcata nacque il gladius Hispaniensis, il celebre gladio romano, che non fu qualitativamente pari alla falcata, che veniva realizzata con una primitiva forma di damaschinatura.


LA MANICA DI PROTEZIONE